giovedì 29 novembre 2012

Wave goodbye. Kiss goodnight. Drive away.


Ho deciso di  prendermi una pausa.

E per “deciso” intendo che, inizialmente, la sanguinaria idea primordiale era quella di chiudere tutto. Non solo il blog, anche Twitter e Facebook. Cercare qualcuno che mi piombasse il cellulare e, possibilmente, trasferirmi in Guatemala.
Tolti i vestiti, il trucco e i tacchi (e un’inspiegabile laurea proprio in Relazioni Pubbliche), ci sono momenti in cui ho una propensione alla socialità degna del Buon Selvaggio di Rousseau.
Però, le pochissime persone a cui ho parlato delle mie intenzioni mi hanno violentemente dissuasa dal mettere in atto il criminale piano, menzionando tra le altre cose una mia presunta incapacità di prendere decisioni di cui non mi penta poi immediatamente. Probabilmente mi confondono con qualcun'altra, perché a me proprio non sembra...

Inoltre,  il Guatemala è umido e i capelli mi starebbero da schifo. E allora tanto valeva fuggire in Brasile quando ne ho avuto l'occasione.

Così mi sono lasciata convincere. Smorzo i toni e per il momento lascio tutto com’è. Solo, come dicevo,  mi prendo una pausa. Diciamo un paio di mesi. Forse di più, forse di meno. Quando sei bipolare non sai mai esattamente cosa può succedere.
E non c’è un motivo particolare. O forse ce n’è più di uno. O, chissà, in fondo ce n’è uno, e quello basta. Diciamo che al momento non ho niente da dire. Proprio niente. Zero ispirazione e zero voglia. E se ci facciamo caso ultimamente ho latitato parecchio, e ovunque. E da tempo mi seccava che si potesse pensare che questa mia latitanza fosse dovuta a mancanza di interesse nei vostri confronti. Perché non è così. Le cause sono assolutamente endogene. Anzi. Il vantaggio di non smantellare tutto, sta proprio nel fatto che di tanto in tanto potrò passare ad aggiornarmi. In fondo ci sono un paio di intricate vicende sentimentali che seguo da mesi e di cui ora DEVO conoscere l’esito, c’è Siboney che studia vicino a dove vivo e con cui dobbiamo organizzare un aperitivo (ma anche un giro di shopping, magari). E poi Ferro, con le sue incredibili dritte musicali, quella disgraziata di Penny, che se un giorno mai dovesse riemergere dalle nebbie di Avalon, sa dove trovarmi. E poi potrò lasciare commenti cattivi ad un mio… amico (giusto?), che senza saperlo resuscita il suo blog, giusto nel momento in cui chiudo il mio. Scrive sotto l’evidente effetto della benzedrina e i miei sospetti sul fatto che i suoi post fossero finalizzati a sbatterci in faccia che lui questa settimana è a Milano!, Milano!, Milano!, sono stati confermati dalla foto della Fnac che mi ha postato su facebook. Con tanto di “Invidiami!”. Un gentiluomo.. Fortuna che non ho menzionato anche i trucchi Mac, che da noi non si trovano, e una serie di profumerie che mi mancano dai tempi di liceo, altrimenti sarebbe finita in rissa. E poi a far aperitivo a Milano son capaci tutti, è a farlo a Cervignano o a Campolongo al Torre che ci vuol bravura, caro.
  
E poi c’è lei. Lei che in questi giorni si è fatta fare il 257.893emo tatuaggio, e io non ho nemmeno i buchi alle orecchie. Lei, che tra pochi giorni farà pure il 257.894esimo e io e ho rifatto la frangia perché l’ultima volta mi hanno detto che assomigliavo ad Alicia-la-stronza-dalle-gambe-lunghe di I love shopping. Lei che se ci fossimo incontrate come la gente civile usa fare, ci saremmo date una squadrata e avremmo bofonchiato qualcosa tipo “Guarda quella!” (lei più di me, perché io sono buona e lei sotto sotto è la peggio snob). E invece abbiamo comuni progetti per il prossimo 3 ottobre. Lei che, come tutte le mie amiche mi odierà tantissimo perché non le ho detto niente. Ma sono sicura che mi perdonerà. Sono adorabile!;)  E tanto con la “notifica nuovo post” personalizzata, sarà come se non me ne fossi mai andata. Promesso. Siamo amiche di Mean Girls, significherà pur qualcosa, in questo sporco mondo!


Ah, e giusto per chiarire un piccolo punto. Siccome ogni volta che dico, faccio, o scrivo qualcosa mi si riversano addosso fiumi di mail, sms, telefonate e recentemente anche pellegrinaggi verso casa mia, di gente che vuole assicurarsi che non mi stia per buttare dalla finestra… Preciso che non mi sto per buttare dalla finestra. E questo tanto per non incorrere nell’effetto Jenna Hamilton. Anche se il fatto che io sappia chi è Jenna Hamilton, già da solo, sarebbe un motivo valido per prendere in considerazione l’opzione..
Per carità, io amo avere amiche apprensive. Anche perché (tirando l’acqua al mio mulino) ritengo che i disturbi psicopatologici di tipo ossessivo compulsivo rientrino assolutamente nelle manifestazioni di affetto. Ma sul serio, ho un sacco di progetti! Mi iscriverò in palestra per un paio di mesi e poi farò un corso di arti marziali. Sono ancora indecisa sulla disciplina esatta ma l’obiettivo in fondo è solo quello di riuscire a spaccare la faccia alla prossima stronza che si avvicina al mio prossimo uomo. Sono finiti i tempi del “ci sentiamo quando la tua ex francese riparte!”, signore. Prima devo solo fare una risonanza magnetica al polso destro.. Ho rinviato il problema ma ormai quando parcheggio devo tirare il freno a mano con la sinistra, e in manovra devo mettere il tasto City per mollare lo sterzo, cosa che per una pilota come me è oltremodo umiliante, roba da donnicciole. Adesso esco e vado a comprare un tutore col quale cercherò di captare la benevolenza altrui con il collaudato sguardo da passerotto con l’ala rotta. [e le amiche che non erano al corrente della cosa, ora hanno un motivo in più per odiarmi]
Organizzerò finalmente la serata sushi, quella messicana,  la serata poker e quella stalking. Una persona a cui tengo particolarmente, e di cui mi pento di non aver mai parlato, ha dato prova delle sue già note capacità poetiche promettendomi un “aperitivo alcolico senza pietà”,  in assoluto le parole più dolci che abbia mai sentito.
Darò vita al mio progetto di diventare una vera stronza. E fare almeno una cosa cattiva a qualcuno. Possibilmente in periodo natalizio. Uscire con l’ex di una mia ex-amica, inspiegabilmente diventato collega e amico di una mia ex frequentazione sarebbe perfetto in questo senso. Ma non avrò mai abbastanza fegato, probabilmente. Mettetevi il cuore in pace.
La proprietaria del mio bar preferito ha una nuova “collezione” di caffè particolari e mi ha detto che posso crearmene uno personalizzato con gli ingredienti che ha a disposizione. Se qualcuno poi ha un nome da suggerire ben venga, perché “Giuliacaffé” non mi convince più di tanto. Sto valutando se metterci dentro una correzione alcolica. Perché vedrei bene un caffè dolce che all’ultimo ti stende con una botta di grappa o di whiskey.
Vorrei finalmente trovare la tonalità di smalto che sto cercando da mesi, innamorarmi di un profumo che sostituisca Burberry Brit, concentrarmi sulla ricerca di un lavoro all’estero perché, salvo grandi occasioni o avvenimenti, punterei ad andarmene a settembre, fare un viaggio in Austria perché mia sorella ed io abbiamo bisogno di trucchi Catrice, e convincere una mia amica che anche se un uomo si chiama come “John il Rosso” NON  mi ucciderà al primo appuntamento e NON lascerà  uno smile di sangue sul muro. Anche se.. effettivamente, perché rischiare?
Insomma, starò bene. Probabilmente sostituirò metà di queste cose con "bivaccare sul divano e fare biscotti natalizi", ma è uguale.

Ciò detto e precisato, penso che tra oggi e forse magari anche domani, farò un ultimo giro nei miei blog preferiti per aggiornarmi e poi mi ritirerò per un po’.








P.S. Cristina.. ricordati che mi vuoi bene. A questo punto potresti già avermi mandato un messaggio di insulti, ma sappi che mi concentrerò fortissimamente sul tuo regalo di compleanno! E mi offro di accompagnare il tuo D.B. al prossimo raduno al posto tuo.


mercoledì 7 novembre 2012

Country Strong




Insomma. Anche se sei alta, bionda e hai ormai 26 anni, non sei immune dall’essere sgridata. Più di una persona, ultimamente, mi ha dato della rammollita.
Più di una persona anche solo tra ieri e oggi. Anche pochi minuti fa. Ed è assolutamente vero. Negli ultimi mesi mi sono rammollita sul serio. Ho perso quella scintilla di cattiveria che mi animava. E sono diventata un’asociale di prima categoria. 
Prima ho dato la colpa al caldo torrido, poi all’inizio dell’anno scolastico con conseguente ripresa della vita vera e dei suoi ritmi serrati. Però dopo il caldo c’è subito il freddo improvviso, le piogge torrenziali e quindi un nuovo alibi. Poi c’è stata l’influenza fulminante che mi ha vista bivaccare sul divano ed interrompere quasi tutti i miei rapporti sociali, durante una strenua lotta per la sopravvivenza durata due settimane e che non sono certa di aver vinto.
Ho trascurato praticamente… tutti. Dal primo all’ultimo, con rarissime eccezioni. Con alcuni mi sono già scusata, e per questo ho ricevuto esplicite quanto pubbliche minacce alla mia integrità fisica [ti amo tanto anch'io, a proposito]. Con altri mi scuso adesso, ad altri ancora non dico niente nella vana speranza di riuscire finalmente ad interrompere un rapporto di amicizia che dura ormai da anni e che, francamente, ormai fa molto two years ago…
E’ che il fatto è che ultimamente ho perso la verve, lo spirito propositivo. Non ho voglia di fare praticamente nulla. O almeno. Nulla che comporti sforzi fisici o, peggio ancora, intellettuali.
Per carità. Ho sempre voglia di vedere i miei amici, e li adoro sempre. Ma mi fa fatica. La porta di casa è sempre incredibilmente lontana dal divano. E poi non ho voglia di fare la brillante, perché in fondo sono una persona cupa. Ma non ho nemmeno voglia di essere depressa, perché in fondo sono una persona allegra.
Avrei voglia di una festa elegante, di vestirmi bene e di truccarmi per ore. Ma poi accantono il pensiero perché mi fa fatica pure quello. E poi, in fondo, chi me lo fa fare, se posso stare sul divano?
Vorrei andare a cena fuori. Ma dovrebbero venire a prendermi a casa, ritirarmi come un pacco, e mettermi di peso seduta al tavolo. E tra l’altro non voglio una cena qualsiasi. Voglio una cena messicana! La voglio dall’ultima volta in cui ci siamo andati ed era chiuso. Quella sera, nella mia auto, si respirava il sottile profumo di Delusione&SogniInfranti. Ci siamo guardati negli occhi con la morte nell’animo chiedendoci che direzione dare alle nostre vite ora che non avremmo potuto assecondare l’impellente voglia di taquitos, ed ho guidato mestamente verso un altro locale, allietando ad intervalli regolari il mio copilota con un insopportabile e piagnucoloso “Ma avevo proprio voglia di messicano! Proprio, proprio, tanta voglia!”, sapendo che era forse l’unica persona al mondo a poter comprendere tutto il mio dolore. E rendendomi conto di essere una, seppur  ovviamente adorabile,  scassaminchia  formato gigante, visto che rompevo le balle ad un uomo tornato stanco da un lavoro in lande ostili, che aveva voglia di messicano quanto me e soprattutto che è astemio. Astemio. Almeno io potevo bere per dimenticare, lui no. E di colpo relativizzi pensando che c’è chi sta peggio. C’è chi non beve.
Ecco. Bere. Bere invece è una cosa di cui ho sempre voglia. Più che altro ho voglia di quel preciso momento in cui cominci a percepire il leggero distacco dalla realtà. E ci bevi dietro per coltivarlo. E sei felice. 

E a dirla tutta, il punto forse è che non ho nemmeno più voglia di rigare quella macchina. Né di scrivere “Datti fuoco” sul parabrezza col rossetto a lunga tenuta. Che poi potevo essere solo io, visto che le altre fino al parabrezza non ci arrivano per limiti fisici.
A volte, dal passato, riemergono fantasmi. A volte hanno i contorni sfocati di una faccia da culo dietro ad un vetro atermico. Altre quelli netti, definiti, del nero su bianco di bollettini di guerra via sms che si susseguono fino ad un  “Incassi il colpo? Vuoi che ti chiami?”. E il dramma è che non c’è proprio più nessun colpo da incassare.
La vecchia Giulia si proponeva di smontare e rimontare al contrario corde di chitarra elettrica prima di un concerto. Sognava di squarciare pneumatici con una sparachiodi. Progettava di fargli arrivare al lavoro pacchi di materiale informativo sul viagra, tanto per fargli fare bella figura con i colleghi. Anzi, con le colleghe, in realtà. Si chiedeva seriamente quante taniche di benzina potessero mai  servire per la combustione completa di una fottutissima auto iberica.
E invece niente. Mi fa fatica. Voglio solo scendere in cucina, prendere due bottiglie di birra dal frigo e tornare in camera mia ad ascoltare country triste fino a bruciarmi le sinapsi. Ma così. Senza un motivo preciso.

E ora la mia unica speranza è quella di un bell’alterco tra automobilisti che mi svegli dal sonno dogmatico.


giovedì 4 ottobre 2012

Oggi, diciotto anni fa



Oggi, diciotto anni fa, imparai una cosa importante. Una grande verità che mi avrebbe accompagnata per tutta la vita.
I bambini, quando sono appena, appena, nati non sono affatto carini. Anzi. Direi piuttosto che sono bruttini. Tendenti alla mostricciattolaggine.

E così, sempre diciott’anni or sono, feci l’esperienza di quello che forse è stato il mio primo, grosso, senso di colpa. Ovviamente non avevo il coraggio di dirlo a nessuno ma mi sembrava che questa nuova sorellina, nata meno di un’ora prima, assomigliasse fortemente a E.T., l’extraterreste. Il testimonial della Telecom, per intenderci. Ero entusiasta  di smettere di  essere figlia unica  - beata incoscienza – però, dannazione, io mi aspettavo un neonatino da pubblicità, non ero preparata a questa specie di “cosa”.
Fortunatamente imparai anche che nel giro di poco la faccia si sistema (anche se non sempre, e non a tutti) e col tempo è diventata la bambina più bella del mondo. E lo dico in modo del tutto oggettivo. A volte penso che probabilmente nemmeno i miei più che eventuali figli potranno mai essere altrettanto carini. Questo a meno che non li faccia con Paul Walker. Perché poi è tutta questione di trovare materiale genetico acconcio, in fondo.

Ora in effetti potrei parlare di lei. Dire che è la più grande rompicoglioni che la Terra abbia mai ospitato. Che la gente pensa sempre che la sorella rompicoglioni sia io, ma no.. Si sbaglia. Potrei dire che è suscettibile e permalosa. Che a casa mia si può prendere  in giro chiunque ma lei sempre con molta moderazione. Che non chiude mai la bottiglia dell’acqua quando si alza da tavola. Che studia con Mtv di sottofondo e cellulare e I-pod in bella mostra sul tavolo e poi si lamenta che "non so niente" prima delle interrogazioni. Che raramente spegne la luce, o la tv o qualsiasi altra apparecchiatura elettrica o elettronica quando esce da una stanza. E che tutto ciò mi obbliga a fare la vecchia barbogia con frasi tipo: “Certo che ogni tanto la luce potresti anche spegnerla, le bollette mica si pagano da sole!”, “Abbassa un po’ il volume!”, “Come fai a studiare sul divano con la tv accesa?!?”, e le immancabili: “No questo è anche inutile che te lo provi, tanto non ti ci mando in giro! I tacchi sono troppo alti/il top è troppo scollato/la gonna è troppo corta”.

Suppongo che se fossi presa bene potrei anche dire che è la mia migliore amica, che è l’unico essere umano che mi può dare punti in fatto di musica, l’unica con cui posso commentare i testi di Taylor Swift, l’unica altra persona che adora Oscar de la Renta quanto Bucky Kentucky. E poi è buona, è intelligente e si fa benvolere. E cosa non da poco, quando le sue amiche sono a casa nostra, o in giorni come questi ultimi in cui le sto sentendo più volte al giorno per organizzare “un paio di cose” per la sua festa di compleanno, mi sento tanto Amy Poehler  in versione madre di Regina George. Tuta di ciniglia rosa a parte.
Che spesso voglio bene alle persone anche in base a come interagiscono con lei. Oggi, ad esempio, amo letteralmente i miei amici che le hanno fatto gli auguri, con una menzione speciale all’uomo che se ne è ricordato perfino ieri sera e mi ha scritto per augurarci una buona “vigilia”. (La proposta di matrimonio è sempre valida. Anche se so che c'è concorrenza. Però vuoi mettere una bionda con una mora?!?) Anni fa invece vederla offrire la sua brioche, l'ultima alla marmellata, ad un povero tonto mentre facevamo tutti e tre colazione in bar lo fece salire nelle mie simpatie. La ritengo perciò personalmente responsabile dei miei errori sentimentali con il suddetto elemento. (Lei e la mora di cui sopra)

E so che può sembrare brutto da dire, per certi versi, ma se un giorno dovessi avere una famiglia mia, non credo che potrei mai metterla al primo posto. Non credo che la mia famiglia potrebbe mai avere la precedenza su di lei. E se questo un giorno dovesse diventare fonte di litigi o discussioni con mio marito, beh allora spero tanto che sia molto, molto ricco. Così con l’accordo prematrimoniale che avrò sapientemente stilato mi porterò via metà del suo patrimonio e mia sorella ed io passeremo il resto della vita ai Caraibi a spese sue, in costume, sulla spiaggia, sorseggiando Margaritas e facendoci sventagliare da due giovani ed aitanti abitanti del luogo.

Insomma potrei  dirvi tutte queste cose ma non lo farò. Voglio solo dire che per quanto abbia ormai diciotto anni, per quanto quest’anno possa diplomarsi e prendere la patente, per quanti corteggiatori più o meno sani di mente possa avere (e qua mi sa che ha preso da me, purtroppo), per me, le proporzioni saranno sempre quelle di quel  giorno. Il primo e unico in cui, per me, le parole Per sempre abbiano avuto un senso.






Detto questo, vorrei solo precisare un’ultima cosa. Un dettaglio.
A 18 anni si cresce, è vero. Si diventa maggiorenni. Si può guidare. Si può votare. Le regole cambiano.
Ecco. Però... Finché vivrai sotto il mio stesso tetto, coprifuoco alle 20h45.
Niente tatuaggi.
Niente piercing.
Niente droghe.
Alcool sì, però. Ma possibilmente in mia presenza. E comunque con moderazione e classe. Niente cocktail strani, niente roba dolciastra. A casa nostra o si beve bene o non si beve.
Niente uomini prima dei quarant.. vabbé, voglio essere moderna, 35 anni. E non si tiene per mano un ragazzo prima di essere sposati.
E poi “devi sempre farmi sapere dove sei. Specialmente quando indossi le mie scarpe”. Che comunque hanno tutte i tacchi troppo alti per te che sei piccola.

martedì 18 settembre 2012

Idées noires

Riflessione pre-ora dell'aperitivo di una giornata pesante, all'interno di una settimana atroce, nel bel mezzo di un mese orrendo. Il nono di un anno che non è che sia stato poi 'sta gran figata, a dirla tutta.
E qui vi pregherei di notare il delicato modo in cui ho evitato il turpiloquio, peraltro mio grande segno distintivo.
[Ho annotato "Perché uno ti vede arrivare col giro di perle, poi apri bocca e sei un camionista turco", come secondo miglior complimento dopo "Quando sto con te mi sembra di stare in caserma"]

E, tra l'altro, riflessione post-bicchiere di vodka delle 18h, trangugiato al rientro a casa dopo la suddetta giornata pesante, ma solo a scopo terapeutico. La velocità del mio eloquio e l'incapacità di stare ferma in un posto senza saltare ritmicamente sulla sedia, avevano insinuato nella mia mente il leggero dubbio di aver ingerito quantità abnormi di caffeina. Stasera, se mi cercate, sarò probabilmente in coma grazie a questi miei sapienti mix chimici.

Fattostà che appena tornata a casa, dopo la vodka, ché ho delle priorità nella vita!, vado a fare un giro su Twitter a contemplare il profilo della mia amiciccia Mareva, la donna che sere fa mi ha fatto perdere 7 anni di vita cambiando l'indirizzo del suo blog a tradimento (ti odio!), e che è fresca di (terza!) riattivazione di profilo. [Comunque per leggere le sue mirabolanti avventure e soprattutto i suoi acidi commenti sul genere umano, la trovate qui. E non gliel'ho ancora detto perché in fondo ci sentiamo solo praticamente tutti i giorni, ma adoro letteralmente il nuovo nome.]

Tra i suoi tweet, "Sono troppo vecchia perfino per fare la escort. Cosa mi resta? #lamorte".

Intanto, quando sei sull'orlo del baratro della depressione, non c'è niente di meglio di avere attorno persone positive.
E poi... HA RAGIONE! Ho realizzato che ho 26 anni, e sono vecchia per fare la escort! Troppo vecchia. Anche se a dirla tutta, il mio spirito imprenditoriale mi avrebbe sempre spinta a fare la tenutaria, in realtà. E sarei stata brava. E per quello ho anche tempo.
Ma resta il fatto che invecchio. Mi è tornato alla mente lo scoramento provato il giorno dei miei 25 anni quando mi sono resa conto che ormai ero troppo vecchia per partecipare alle serate di Arcore. E' stato un duro colpo, come potete immaginare.
Sono troppo vecchia per fare la tronista dalla De Filippi in categorie non-umilianti.
Troppo vecchia per diventare campionessa olimpionica di ginnastica artistica, anche se l'unica volta che ho fatto ginnastica artistica mi sono slogata una caviglia.
Troppo vecchia per la metà dei baristi che ho puntato questa estate. Li devolvo a mia sorella. Che è giovane.
E se aggiungete che sabato scorso ho incontrato una mia vecchia compagna di corso che, alle mie congratulazioni per il suo recente matrimonio, ha risposto "Beh, sai, ormai avevo 27 anni..", e un bambino che mi ha dato del lei, di colpo l'uso terapeutico della vodka diventa giustificato.

E l'idea che Mareva sia comunque significativamente più vecchia di me (mors tua vita mea, baby), non mi è di quasi nessun conforto, oggi.

Siamo troppo vecchie per fare le escort.

Tempo un attimo, e per mantenerci saremo obbligate a fare qualcosa di molto più disdicevole.
Di molto più vile per il genere femminile tutto.
Una cosa talmente bassa che mi fa venire i brividi lungo la schiena.


Dovremo far innamorare un uomo e sposarci.


La vita a volte fa schifo.


[Edit: Ho appena avvertito la rossa naturale del fatto che mi aveva ispirata ed è saltato fuori che abbiamo inconsapevolmente aggiornato in contemporanea. O siamo le streghe di Eastwick o siamo anime gemelle.
Io propenderei per la prima, per quanto mi riguarda. Ho dei trascorsi..]







domenica 19 agosto 2012

Compra una vocale

[Post scritto sotto ricatto alcolico-affettivo. Non teniamone conto.]

Se state leggendo queste righe, significa che sono ancora viva. E l'idea che un certo numero di persone possano sentirsi estremamente deluse da questa affermazione mi rallegra non poco.
Dicevo. Ieri ho fortemente  temuto per la mia incolumità a causa di un invito a cena che, con discrezione, ho provato a dirottare verso il ristorante messicano. Purtroppo, con zero risultati. Sì, perché una mia amica, che ha sempre presentato difficoltà psico-motorie (ma più psico che motorie) anche nell’arrotolare del prosciutto crudo su un grissino, adesso, con 75 gradi all’ombra e l'umidità al 130%, si è convertita all’uso dei fornelli, prima considerati niente più e niente meno che singolari oggetti d'arredamento.
Malgrado grosse remore, e perché poi "fondamentalmente, io sono buona", ieri sera, con la morte nel cuore e dopo aver fatto testamento, ho trascinato i miei tacchi 12 fino a casa sua per fare il mio sporco dovere di amica. Insomma, amica… conoscente, più che altro. E l’ho fatto solo dopo essermi premurata, sempre con la discrezione che mi contraddistingue, di farmi dire chi avrebbe partecipato alla serata. Per fortuna dell’antipaticissima padrona di casa, c’erano anche la ragazza più cool dell’intero campus universitario (e che per prepararmi al mio prossimo fidanzato, che si firma con la sola iniziale, chiameremo C.) e il ragazzo più carino della città. Armata di tequila nella vana speranza di riuscire a portarmelo a casa, e di un tris da bere per intrattenere la truppa, arranco verso il patibolo. 
In tutta onestà però sono ancora qui a raccontarlo, segno che, tutto sommato, non c’era niente di tossico. Tranne una cosa. Una nuova droga. (E non sei tu, Luke. Tu sei quella vecchia, ormai!) E tra questa, e una scottante rivelazione su usi e costumi di una nostra vecchia conoscenza,  penso che non dormirò tipo mai più.
In origine doveva essere un sorbetto alla menta.
Solo che non si è ghiacciato del tutto. Anzi. Non si è ghiacciato affatto.
Ed è stato fatto con 500 grammi di zucchero per ogni singola goccia d’acqua. La consistenza del miele e il sapore della menta. E dopo l’ammutolimento iniziale, dovuto al suicidio di massa delle papille gustative, e il comune, tacito accordo di desistere, ci abbiamo preso gusto. Perché era talmente oltre, talmente immondo, che C. ed io non potevamo resistere. A piccolissime dosi, col bordo del cucchiaino, lei inizia ad assaggiare questa specie di orrido blob ("però di gusto è buonissimo, eh!") ed io non posso essere certo da meno, cavolo! E così ti assuefai e scivoli in un mondo di incoscienza. E vai avanti, come quando guardi un film orrido e te lo vedi fino alla fine, per testare i tuoi limiti fisici. Sei nel tunnel, e cominci a usarlo come doping durante i tornei di tris, a suon di “è terribile!!” e smorfie orrende.  Perfino Alex Schwazer ci condannerebbe moralmente. Il nostro uomo se ne chiama fuori. La padrona di casa insiste perché si smetta di ingurgitare la sua stessa creazione. “Perché continuate a mangiare, se fa così schifo?” Beh, intanto non faceva schifo. Era…oltre al concetto di schifo. Di buono e cattivo. Oltre a quello di bene e male, giusto e sbagliato, bello o brutto. Di “brillante bionda naturale” o “stupida tappa malefica con zero senso dello stile”. Oltre a “persona che sa leggere e scrivere” o “brutta capra carnica”. E quindi vai avanti, catturata, ammaliata dall’impossibilità di collocarlo e classificarlo nella sezione deputata ai ricordi alimentari del tuo cervello.
E poi, anche lei, dà una seconda possibilità alla sua creatura. Ed è l’inizio della fine. Indice glicemico alle stelle. Parte in caciara. Tutti fuori controllo. Propongo di giocarsi l’unico uomo presente al torneo di tris. Si scoppia in risate fragorose quando io suggerisco che il fidanzato di un’amica debba per forza avere doti nascoste, altrimenti “perché mai una dovrebbe stare con lui?” e il nostro amico, piccino, carino, in un attimo di dolce ingenuità, risponde “Per amore?”. Non ridevo così forte dal 1997. Poi ovviamente arriva il turno dello stalking. Pose artistiche di stupide e sciatte idiote, nuove relazioni di gente che.. sì, insomma, di gente, pubblica lettura di brani di vera poesia, primi passi verso una mia personalissima vendetta (ti voglio bene C. Partners in Crime 4ever!<3) e commenti acidi sul semi-fasullo curriculum di qualcuno. Ad un certo punto stavamo parlando di organizzare una “tratta dei bianchi” ma non ricordo più a proposito di chi.
Gli unici momenti di puro dramma sono stati l’abbordare il discorso “De Rossi vicino al Manchester City” e lo scoprire che Alessandro Borghese è sposato. Sposato. Ci sono rimasta male. In più entrambi, mi è stato fatto notare, stanno con bionde con gli occhi azzurri. Dovevo muovermi prima, accidenti alla mia dannata pigrizia!
Insomma. Alla fine ho dovuto ripiegare e lasciare la serata con il nostro astemio amico, anche se, come abbiamo detto ieri sera, non è niente che non si abbia già visto tutte quante.. E mi dispiace dover notificare alle altre che dopo il mio passaggio ne rimangono solo le ossa. Però nel corso della serata gli abbiamo insegnato a fare i cuoricini su facebook per cui me ne aspetto un certo numero, domani, in bacheca!

E il titolo? Lo so, non trova riscontro. Mi è stato detto: “tu scrivi, che noi capiamo.”
E siccome, purtroppo, capisco anch’io, rabbrividisco e so che non dormirò mai più.
Grazie per aver sentito il bisogno di condividere queste informazioni con noi, brutta stronza.

venerdì 3 agosto 2012

Julian


E a giudicare dal titolo, il post potrebbe benissimo essere dedicato a Julian Baker, l’uomo che grazie all’anello gigantesco con cui ha chiesto alla fidanzata di sposarlo, quest’estate mi ha quasi fatto riconsiderare le mie posizioni sul matrimonio. Quasi. Perché poi un anello gigante te lo puoi comprare anche da te senza avere un essere umano che respira la tua aria e ruba spazio alle tue scarpe sempre in giro per la casa..
Invece no. E’ solo che nel giro delle ultime 24 ore, 48 se contiamo i tempi tecnici perché finalmente mi accasci su una sedia davanti al computer, facebook è stato uno scenario interessante. Si è fatta viva una mia amica francese che ha reiterato l’invito ad andarla a trovare. E lì ho dovuto abbozzare perché suo figlio a novembre farà cinque anni ed io non l’ho mai visto. Ed è abbastanza vergognoso, a dire la verità. Ma non è che ne abbia mai sentito l'urgenza. Allora le ho detto che, in effetti, mi piacerebbe conoscerlo prima che vada all’università (falsa!) e per cambiare argomento con eleganza, e sapendo che l'idea non le passa nemmeno per l’anticamera del cervello, le ho chiesto quando farà il secondo. Così sulla difensiva ci sta lei, stavolta. Peraltro, le ho suggerito anche di fare una femmina (trovi il modo, siamo nel 2012!) e soprattutto di chiamarla come la sottoscritta.
Qualche ora dopo ho trovato un post che illustrava il mio concetto di educazione dei figli e l’ho condiviso. Tempo mezzo secondo e una mia vecchia conoscenza, ancora dei tempi del liceo, commenta che sì, effettivamente sarò uno schifo di genitore. Ed in effetti è probabile. Anche se comunque, parecchia gente, negli anni, su questo punto ha dissentito. Non che fosse un argomento che avrebbe mai potuto riguardarli di striscio...
L'altra mattina, dando un’occhiata distratta agli aggiornamenti, sono stata assalita dal panico. Tra i miei contatti ci sono delle donne incinte. La peggior specie. Non fosse che sarebbe brutto, le abbatterei. Certo, lo sapevo già, visto che di stalking in stalking e di mms multipli in mms multipli ero stata proprio io a diffondere alcune delle notizie. Ma il panico mi assale perché ora sono scatenate. Condividono talmente tanti dettagli sulle gestazioni che se fossi incinta io ne saprei comunque di meno. Ci fanno parte di tutti i risultati di test tipo “Sarai un bravo genitore?”, “Riuscirai ad occuparti di tuo figlio senza ucciderlo per sbaglio nei primi tre mesi?”, “Sei consapevole dell’impegno che comporta?”. Tutti test che peraltro avrebbero dovuto fare prima di concepire, non dopo, a rigor di logica. E poi 150 mila miliardi di foto di neonati che dovrebbero essere adorabili ma in realtà hanno solo una faccia da schiaffi, accessori per neonati, camerette per neonati, giocattoli per neonati, roba inutile che tu puoi anche comprare ma nessun bambino ti filerà mai nemmeno di striscio perché a due mesi cosa te ne frega che il tuo lettino sia di legno pregiato o che le tue copertine siano ricamate a mano dopo un apposito corso professionalizzante durato 5 mesi? Vuoi solo magiare, giocare e dormire. Esattamente come me, che di anni ne ho già 26.
Scazzatissima non faccio nemmeno in tempo a dire a me stessa di essere meno cattiva ed intollerante. Nemmeno in tempo a sentirmi in colpa perché questo è "il miracolo della vita"! Anche se di miracoloso a ben guardare non c'è proprio niente. Ed è vero che i bambini sono funzionali alla salvaguardia della specie umana, ma è altresì vero che per quanto mi riguarda la specie umana, presenti esclusi, potrebbe benissimo estinguersi... Nemmeno il tempo di niente, che compare un post inviato dagli angeli del Cielo. Una persona che tollera i bambini maleducati meno di me. E che augura ad un moccioso crucco di morire male. Di morire male, capito? E poi va pure su Google traduttore a vedere come si potrebbe dire in tedesco per farlgi capire il concetto

Ragazza, tu sei un genio. Devo smettere di menzionarti in tutti i miei post perché le mie amiche diventeranno gelose,  ma sei un genio. E oltretutto più sei stronza tu, più mi sento buona io. Mi ripulisci la coscienza come fosse passata sotto i rulli del Car-Wash.
Se lo rivedi, dai un’occhiataccia cattiva al piccolo Julian da parte mia. Quel moccioso nanerottolo selvatico che se fosse mio figlio lo prenderei a sberle dalla mattina alla sera fino al sospirato giorno in cui sarà finalmente abbastanza grande per entrare in un collegio militare. E con la sua assenza, farmi finalmente fare bella figura con le amiche.

martedì 24 luglio 2012

Appunti estivi

E sono proprio appunti nel vero senso della parola, perché non ho la forza fisica, né tantomeno quella cerebrale, di formulare un discorso di senso compiuto. Solo che se adesso perfino Mareva si mette ad aggiornare più di me, beh.. Houston, abbiamo un problema. [detto tra parentesi, ti adoro, lo sai, no?:)]


  • Dopo anni di riflessioni e tentennamenti ho finalmente ceduto e provato il Beer Float. Gelato alla vaniglia affogato nella birra. Dovrebbe essere fatto con una Root Beer, in realtà, ma ovviamente non si troverà mai da nessuna parte, in zona. Detto così sembra una cosa immonda. E per anni ho pensato che lo fosse. Invece è fantastico. E ammettto pubblicamente di dovere la scoperta a mia sorella. Le attribuisco i meriti che le spettano altrimenti potrebbero esserci spiacevoli ritorsioni. E no, non mi riferisco a ragni nel letto, o a cose turpi come nascondermi il fondotinta e aspettare di vedermi piangere, no.. Lei sarebbe raffinata. Sparerebbe a tutto volume un paio di video che girano su Youtube di una mia antica conoscenza. Perché a casa nostra le cose o si fanno bene o non si fanno. E preciso anche, perché le farà piacere, che mentre io ho vacillato arrivando in fondo al mio (avevo usato quei tumbler grandi degli AeroStudios) lei, a 17 anni, l'ha buttato giù tutto come fosse acqua fresca. Prossimo passo: con la Guinness. Se non sopravvivo, è stato bello conoscervi.

  • Ho scoperto in questi giorni che Chris O’Donnell ha già 5 figli. Ma andiamo! Cinque?!? Un altro grande amore che finisce prima di iniziare.

  • Ho appena finito di sentire una mia amica. Che mi ha pure un pò depressa. Okay, ci siamo depresse l'un l'altra perché io senza saperlo ho portato gossip che avrebbe preferito non sentire (del genere "ogni singolo essere umano se la sta passando meglio di noi") e lei mi ha fatto il bollettino di matrimoni e nascite, già avvenute o future, di tutti quelli che conosciamo. Che poi erano la causa principale della sua depressione di partenza, visto che, al contrario della sottoscritta, ama molto i bambini. Così, io ho concluso con un "Che vuoi che ti dica? Beati loro e vaffanculo!" che sarà il nostro prossimo slogan, e con un formale invito a venire a casa mia ad ubriacarsi venerdì sera. Terrazza, fresco e alcool. Siccome lei ama Bailey's e cose analoghe, preoccupata, le ho detto: "Ti compro qualcosa? Perché a casa ho solo Gin, Vodka e Tequila." E lei, seria: "Ce la faremo bastare."

  • Devo smettere di usare il cellulare almeno mentre scendo le scale. Per poco non ci ho lasciato le penne qualche giorno fa. Vista la mia propensione a precipitare dalle scale già di mio e senza ostacoli se non quelli mentali, non dovrei andare a cercarmele. Ricordo ancora una pizza tra amici di un paio di mesi fa alla quale mi sono trascinata come fossi l'alieno di ferro della versione originale di Ultimatum alla Terra, e durante la quale sembravo perfino più alta del solito da quanto ero rigida dopo una stupida ma rovinosa caduta. E ho fatto pure la figura della tossica ordinando un whiskey  dopo cena “perché così adesso che torno a casa ci butto subito dietro l’aspirina”.

  • Se dovessi andare da Clio Zammatteo con tutti i trucchi che possiedo avrei bisogno di un autoarticolato.

  • L’altro giorno mi è venuto in mente che in uno dei suoi ultimi post Penny raccontava che ha un nuovo vicino di casa che assomiglia a Bradley Cooper. Ora. Non è che Bradley Cooper sia poi il mio ideale d’uomo. E non è che mi piaccia particolarmente. Però. C’è la crisi, giusto? E poi.. devo smetterla di essere una superficiale che bada solo alle apparenze, giusto? Voglio dire, magari è bello dentro. In più, stando alle mie fonti, passa spesso l’aspirapolvere. Ecco, saremmo una coppia perfetta, perché io lo faccio rarissimamente. E non c’è niente di più sexy di un uomo che riordina la casa, a parte forse un uomo che cucina. Quindi mi si parano davanti due opzioni. Opzione A: ci mettiamo tutte d’accordo,  organizziamo un pullman tipo viaggio a Lourdes e con nonchalance andiamo a trovare Penny e, oh! del tutto casualmente, guarda tu il destino, ci scagliamo sul suo vicino di casa e vinca la migliore. Opzione B: gioco sporco. Prendo e vado lì da sola. E poi, se merita, prendo in considerazione anche il sequestro di persona.

  • Non mi capacito di come l’estate sia considerata la stagione più atta al rimorchio. Voglio dire. Fa caldo. Il trucco non tiene. Non puoi farti i capelli in modo umano. Fa caldo. Non ho voglia nemmeno di andare a fare shopping, figurati di attivare le facoltà cerebrali per un uomo. Se ne riparla minimo ad ottobre. Settembre, se proprio c’è un’occasione imperdibile. Ma dubito. A settembre fa ancora caldo. Ah, beh. Un attimo! Sosia di Bradley Cooper a parte, naturalmente.

  • Durante i miei bivacchi sul divano sono stata ipnotizzata da Gossip Girl. Non avevo mai seguito più di tanto. Ora, con mia sorella, attendiamo con trepidazione la storia tra Blair e Dan. E io penso.. Giovane ragazza carina e perbene che se la intende con uno sfigato dal discutibile gusto per l’abbigliamento? Accidenti, ma io lancio le tendenze con 2-3  anni di anticipo!

  • Ah e ultima cosa. Un consiglio spassionato. Non innamoratevi mai di una persona che avete visto solo da seduta. Sportello della banca. Moro. Occhi verdi. Che lo so che non è il mio tipo però il governo Monti ha acuito la crisi per cui.. Giacca e cravatta, sempre perfetto. In più ride alle mie battute idiote e mi dà corda quando faccio cento domande sceme solo per attaccare bottone nella speranza che un giorno si innamori di me. Dannata etica professionale che rovina sempre tutto! Solo che poi, dopo mesi di idillio rigorosamente unilaterale, (ma noto a tutti, tanto che perfino mio padre una volta, mentre stavo uscendo, mi ha chiesto: "Dove vai?" "In banca!" "Ah! Ecco perché ti sei vestita così..") un brutto giorno si alza dalla scrivania per prendermi un nuovo libretto di assegni e mi rendo conto con orrore che è bassino. Sono uscita col cuore infranto e una nuova consapevolezza. [Detto questo oggi ho chiamato in banca e ha risposto lui e ha una voce incredibile.. Quindi sono ancora un pò innamorata. Preparerò altre domande sceme. Le cretine rimorchiano sempre più delle intelligenti, del resto!