sabato 3 dicembre 2011

 
Il post precedente suonava familiare? Beh probabilmente sì, perché passare ore, se non giornate, ad aspettare messaggi e chiamate che nel 70% dei casi non arriveranno mai è uno di quei riti di passaggio che da ragazzina fiduciosa nel mondo e nei suoi abitanti di colpo ti traforma in una donna amara che profuma di Burberry e sigaretta.
Sul perché gli uomini abbiano questa tendenza a snobbare le telecomunicazioni in precisi momenti in cui un innocuo messaggio sarebbe richiesto dalle più basilari norme di coesistenza pacifica nella società civile c’è il mistero più totale. Voci non confermate fanno sapere che Roberto Giacobbo e il suo team di esperti ci stanno lavorando proprio in questi giorni.
Che poi… non chiediamo mica tanto! Un “Ciao! Come va?”, essendo un implicito riconoscimento della nostra esistenza in vita, sarebbe già sufficiente a farci innamorare o quasi. Un “Come stai?”, palese interesse proprio per la nostra persona anziché vago accenno allo svolgimento degli eventi planetari, farebbe scendere una lacrima di commozione alle single più militanti. Invece niente, nada, zero. Ma non è per cattiveria… E’ che noi siamo chiaramente progettate per il multitasking e secondo  me nel prototipo originale avevamo pure un paio di braccia in più tipo la mamma polipo dell’Air Wick. L’uomo invece è definitivamente mono-tasking... e quelli che frequento io, sinceramente, spesso neanche quello. No, è che magari si alzano la mattina con in testa “La chiamo la chiamo la chiamo” ma poi all’improvviso qualcosa li distrae e il monopensiero diventa “carrello dei gelati carrello dei gelati carrello dei gelati” oppure “però, quanto sarebbe bello avere una scimmia che mi batte i piatti sulla spalla mentre io suono la chitarra! Mmmhhh... Scimmia ammaestrata, scimmia ammaestrata, scimmia ammaestrata...” e quindi la nostra telefonata precipita rovinosamente e inesorabilmente verso  l'ultima posizione della loro agenda setting cerebrale.
Ma soprattutto probabilmente la differenza è questa. Noi donne siamo molto attente al dettaglio e attribuiamo valore a cose che gli uomini non calcolerebbero nemmeno di striscio. Per un uomo una ragazza sarà “bella” o “brutta”. Per noi invece è “mah, guarda, di fisico anche carina, tutto sommato, ma di faccia... sembra Mickey Rourke giovane. Ha le doppie punte, un millimetro e mezzo di ricrescita, un tono di rossetto che buttava troppo sull’arancione e le scarpe.. hai visto anche tu che aveva le scarpe graffiate?!?”
Allo stesso modo per un uomo perdere un oggetto sarà solo una seccatura, per noi è un piccolo lutto! A volte anche un dramma di proporzioni epiche a ben pensarci... Un braccialetto per noi non è un braccialetto... per noi è una manifestazione concreta di una proiezione astratta e omnicomprensiva che racchiude in sè il volto della persona che ce l’ha regalato, il momento, l’occasione, le persone presenti, la musica che stavano suonando durante la serata, tutto ciò che abbiamo mangiato e bevuto e probabilmente un piccolo appunto sull'abbigliamento di tutti i presenti! Figuriamoci l’importanza che avranno per noi poche parole in un messaggio o anche solo il vedere il suo nome sul display... un’importanza che dall’altra parte della barricata non saranno mai in grado di cogliere.
E sapete? In tutto ciò il dramma è che se anche si facessero vivi nei tempi e nei modi giusti, se anche ti mandassero il messaggio più carino del mondo, tu non potresti comunque abbassare la guardia perché difficilmente per lui avrà lo stesso significato che ha per te. Perché, magari, nel momento esatto dell’invio gli è tornato in mente che dopotutto l’idea della scimmietta ammaestrata non era affatto male!

2 commenti:

  1. "Sul perché gli uomini abbiano questa tendenza a snobbare le telecomunicazioni in precisi momenti in cui un innocuo messaggio sarebbe richiesto dalle più basilari norme di coesistenza pacifica nella società civile c’è il mistero più totale."

    o perchè tu chiami la sera, e ti richiamino il giorno dopo. nelle 24 ore tra una telefonata e l'altra, potresti anche essere morta.

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  2. Sai cosa mi hai fatto venire in mente? Una volta conoscevo uno che non si faceva scrupoli a rispondere ai messaggi anche due/tre giorni dopo come se niente fosse! Un giorno gli scrivo perché suo nonno doveva essere operato e volevo sapere se era andato tutto bene. Dopo 24 ore, niente. Dopo 36 niente. Dopo 48 comincio a preoccuparmi e penso che sia successo qualcosa. Questo riemerge un lunedì mattina dicendomi "Scusa se non ti ho risposto prima, ero ad un matrimonio!"
    Ora, o era uno di quei matrimoni indiani che durano anche una settimana, o sei un pirla.

    Non credo avesse amici indiani.

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